Climatizzazione estiva dei luoghi di lavoro: una misura essenziale per la sicurezza delle aziende.

Climatizzazione estiva dei luoghi di lavoro: una misura essenziale per la sicurezza delle aziende.
Il caldo è arrivato e, guardando agli ultimi anni, è chiaro che il surriscaldamento è ormai parte della nostra quotidianità. Le ondate di calore che hanno colpito l’Italia nelle scorse estati sono state intense e hanno avuto un forte impatto, ma ormai non si tratta più di eventi straordinari: sono diventate la normalità.
Di fronte a questa nuova realtà, diventa fondamentale adottare misure adeguate per tutelare la salute e il benessere dei lavoratori, anche attraverso il rispetto delle normative specifiche che regolano la gestione del caldo nei luoghi di lavoro.
Obblighi normativi: cosa dice la legge
Le aziende sono obbligate per legge a considerare i rischi da stress termico per i lavoratori e a prendere le dovute misure di prevenzione e contrasto.
Il Decreto Legislativo 81/2008 (Testo Unico sulla Sicurezza) stabilisce chiaramente che la valutazione del rischio da calore rientra negli obblighi del datore di lavoro previsti dall'articolo 28, che pone a suo carico l'individuazione e l'adozione di misure di prevenzione e protezione.
L'Ispettorato Nazionale del Lavoro, con specifiche note operative, ha fornito chiarimenti e direttive per tutelare le categorie di lavoratori maggiormente esposte al caldo e allo stress termico. In particolare, la Nota n. 4639/2021 dell'INL sottolinea la necessità di intensificare le azioni di prevenzione del rischio da stress termico, specialmente nei settori più sensibili come cantieri edili e stradali, agricoltura e florovivaismo.
La normativa prevede che i datori di lavoro forniscano "aria di raffreddamento o condizionamento dell'aria e adeguata ventilazione, deumidificazione".
La temperatura ideale dovrebbe essere compresa tra i 19° e i 24°, mentre l'umidità tra il 40% e il 60%. L'INAIL, attraverso il progetto Worklimate, ha pubblicato specifiche linee guida per la gestione del rischio caldo, fornendo materiali informativi relativi alle patologie da calore e alle raccomandazioni per una corretta gestione del rischio.
Inoltre, le temperature eccezionalmente elevate (superiori a 35°) che impediscono lo svolgimento di fasi di lavoro in luoghi non proteggibili dal sole possono costituire evento che dà titolo alla Cassa Integrazione Ordinaria.
Cosa prevede la normativa in Toscana
La Regione Toscana ha adottato proprie linee guida e provvedimenti per proteggere i lavoratori dagli effetti del calore e delle radiazioni solari. La giunta regionale ha infatti approvato specifiche Linee di indirizzo per la protezione dei lavoratori dagli effetti del calore, che si applicano a tutte le lavorazioni all'aperto e in ambienti chiusi non climatizzati, dove le condizioni termiche sono influenzate dal meteo esterno.
Le azioni indicate per mitigare i rischi includono:
⦁ Rendere disponibili e accessibili acqua e aree ombreggiate per le pause
⦁ Favorire l'acclimatamento dei lavoratori, aumentando gradualmente i carichi di lavoro e l'esposizione al calore
⦁ Prevedere frequenti pause per l'approvvigionamento di acqua e il riposo all'ombra
⦁ Revisionare l’organizzazione dei turni, riprogrammando le attività non prioritarie o quelle più impegnative dal punto di vista fisico nei momenti più freschi della giornata o in giorni con condizioni meteoclimatiche più favorevoli⦁
⦁ Prestare attenzione agli indumenti da lavoro forniti
⦁ Fornire ai lavoratori adeguata formazione e informazione.
Inoltre, la Regione Toscana ha emanato ordinanze contingibili e urgenti che vietano il lavoro in condizioni di esposizione prolungata al sole in settori specifici durante le ore più calde. Ad esempio, l'Ordinanza del Presidente della Giunta Regionale Toscana n.2 del 18 luglio 2024 ha vietato il lavoro dalle 12:30 alle 16:00, con efficacia fino al 31 agosto 2024, nelle aree interessate da attività lavorative nei settori agricolo, florovivaistico, edile e delle cave, limitatamente ai giorni in cui il rischio, secondo la mappa del sito Worklimate, sia classificato come "ALTO" per i lavoratori esposti al sole con attività fisica intensa.
I rischi del caldo eccessivo
Il caldo può aumentare lo stress e ridurre drasticamente la produttività, incidendo sui costi aziendali legati al burnout e alla riorganizzazione dei turni e dei piani di lavoro.
La situazione diventa particolarmente critica in luoghi come:
⦁ Capannoni industriali
⦁ Hub logistici
⦁ Depositi per alimenti
⦁ Tensostrutture
⦁ Luoghi di interesse storico poco o scarsamente climatizzati
L'esposizione prolungata al calore è causa diretta di problemi di salute che impattano pesantemente su sicurezza ed efficienza. Può causare: disidratazione, colpi di calore, svenimenti, crampi muscolari, pericolosi cali di attenzione e perdita di lucidità.
Non bisogna poi dimenticare che le attrezzature possono subire danni e fermarsi a causa del surriscaldamento, con impatti negativi sulla catena di produzione. Il caldo eccessivo può inoltre causare il deperimento delle materie prime e dei prodotti alimentari.
I vantaggi di un ambiente climatizzato
⦁ Migliora la sicurezza e il benessere: garantisce la sicurezza dei lavoratori e di tutte le persone all'interno dell'azienda.
⦁ Aumenta motivazione ed efficienza: le persone lavorano meglio e in modo più produttivo.
⦁ Mantiene l'efficienza produttiva: limita i rischi di fermo macchina e/o danni alle attrezzature, evitando interruzioni nella produzione.
⦁ Tutela materiali e prodotti: evita gli sprechi, proteggendo la qualità delle materie prime e dei prodotti finiti.
⦁ Limita i costi: riduce i costi per burnout, riorganizzazione degli orari e modifiche dei piani di lavoro.
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